In questo spazio inseriremo le recensioni, i commenti, tutto quello che riguarda le nostre birre assaggiate da altri e alla cui opinione teniamo in particolar modo. Per segnalarci una recensione recatevi alla nostra pagina Contatti
Guida alle Birre d’Italia 2013
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Guida alle birre d’Italia 2015
BIRRAIO – Severino Garlatti Costa bazzica il mondo della birra artigianale da ormai 20 anni: si occupa di consulenze e di distribuzione di attrezzature e materie prime per birrifici. Alcuni anni fa la decisione di concretizzare il suo sogno ristrutturando, con pazienza e grande cura, la vecchia casa dei nonni per ospitare un piccolo impianto di sua ideazione che utilizza nei fine settimana.
BIRRIFICIO – il piccolo birrificio ospita un ingegnoso impianto in grado di riempire con due cotte consecutive il fermentatore da 6 ettolitri a temperatura controllata. Colpiscono la pulizia dal punto di vista igienico e degli arredi, il design dell’impianto e delle etichette. Il prossimo obiettivo sarà quello di aumentare il numero di fermentatori.
BIRRE – Severino va fiero delle sue birre: sono tutte fermentate con lo stesso ceppo di lieviti in modo da dare all’intera linea una nota riconoscibile. Sono di ispirazione belga, ad alta fermentazione e rifermentate in bottiglia. L’esperienza del birraio nella ricerca delle materie prime (che in alcuni casi sono anche di provenienza locale) garantisce un’elevata e costante qualità.
Mangiavino n°2/2014
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LA BIRRA DI FORGARIA
Produrre birra è un processo lungo e appassionante che richiede conoscenze tecniche e merceologiche, dedizione, attenzione, costanza ma, non di meno, estro e fantasia.
Percorrendo la strada che porta a Forgaria appare subito chiaro che, qui, il contesto è quello ideale per trovare le idee e gli stimoli giusti necessari alla produzione di una magnifica, unica birra artigianale. Aria pulita e fresca, tranquillità assoluta dal bosco circostante. Il vicino torrente Arzino, che dà il nome a questa vallata straordinaria per la sua bellezza selvaggia. È il paese d’origine della famiglia Garlatti Costa e qui il novello mastro birraio ha colto le ispirazioni per produrre le sue birre.
“La birra è una creazione spinta dal lavoro pensato e fatto dal birraio che, alla pari di un grande chef, deve sapientemente miscelare le materie prime del territorio per armonizzare sapori, aromi e dare poi quel tocco finale che identifica e rende unica la birra.” Così Severino Garlatti Costa, vulcanico titolare e birraio dell’omonimo birrificio di Forgaria definisce le sue creazioni, assolutamente uniche e originali, ognuna con il proprio gusto e la propria personalità. Severino inizia a pensare alla sua attività negli anni ’90, quando decide insieme al padre di sistemare una vecchia casa di proprietà nel Borgo Costa a Forgaria. Grazie alle conoscenze acquisite con il suo lavoro di consulente di micro birrifici, brewpub e venditore di materie prime per la produzione di birra artigianale egli inizia a brassare a livello amatoriale.
La passione e le prime soddisfazioni per i risultati raggiunti lo portano a collaborare con l’Università di Udine e con il Professor Buiatti in quella che definirei “l’era primordiale” di quello che poi diventerà il fenomeno ascendente dei micro birrifici friulani.
La Garlatti Costa produce con un piccolo impianto realizzato in collaborazione con un’azienda specializzata. Una sala cottura da 3 ettolitri e due tini a fiamma diretta, con un sistema di recupero del calore, consentono di operare con tempi di produzione rapidi e con un sensibile abbattimento dei costi e sprechi energetici. Un impianto che dimostra la sensibilità verso l’ambiente che la Garlatti Costa ha sempre cercato. Le sperimentazioni e le esperienze accumulate di Severino lo portano ben presto a creare un proprio stile prendendo spunto soprattutto dalla grande tradizione brassicola belga, ma con interpretazioni e personalizzazioni di origine tedesca e inglese. Le birre di Severino, infatti, hanno come filo conduttore l’alta fermentazione, la rifermentazione in bottiglia e un tocco personale, direi distintivo che ritrovano in tutti i suoi prodotti e che sono: la pulizia, un finale di bocca asciutto, persistente e una sorprendente facilità di beva. Il progetto inizia a prendere forma e trova la sua realizzazione nel 2012, quando inizia a produrre e commercializzare le sue birre che rappresentano la filosofia produttiva: naturali, crude, prodotte con materie prime selezionate, anche attinte dal territorio, con grande cura, realizzate con amore e con la determinazione di migliorarsi birra dopo birra. La produzione spazia tra le “classiche”, che riportiamo di seguito, e le “speciali” come la Dolcevita e la Lunatica, solitamente commercializzate in fusti. La prima è chiara e poco alcolica, dove il malto italiano utilizzato è perfettamente equilibrato dal luppolo. La seconda è invece ambrata, leggera di alcol ma corposa, dove il luppolo è cambiato di volta in volta. Entrambe piacevolissime e di facile beva.
OPALITA
Birra di frumento e segale ispirata alle Blanche belghe. Paglierino velato, schiuma che ricorda la meringa, compatta e persistente. Naso affascinante con toni di pesca bianca, melone invernale, scorza di arancia essiccata e cannella. L’ingresso in bocca è vellutato, a causa della presenza dell’avena, ma subito arriva una piacevole freschezza. Chiusura vegetale e balsamica. Sartoriale con la cucina etnica: da provare con pollo Tandori Masala oppure baccalà fritto, salsa al lemongrass, peperoncino e scalogno.
LUPUS
Interpretazione della classica Blonde belga dal colore paglierino carico, schiuma compatta, candida che ricorda la panna montata. Sentori esotici di zenzero candito, ananas, pompelmo rosa e cedro. La corposità non è elevata, l’ingresso è lievemente maltato e la chiusura è asciutta, amara e netta, precisa. Estremamente elegante. Ottima da sola in una terrazza soleggiata oppure con gnocchetti ai fasolari e salsa di urticions.
LIQUIDAMBRA
Splendido colore rame scintillante, schiuma nocciola compatta e stabile. Naso articolato e invitante: dalla frutta secca tostata, miele di castagno, caramella mou, confettura di arance. Al gusto rivela carattere e grinta da vendere. Ritroviamo una tostatura accompagnata da un amaro pronunciato che stupisce. Perfetta con un classico boreto alla gradese e polenta bianca oppure con una costata di manzetta prussiana e olio al rosmarino.
ORZOBRUNO
Birra rifermentata in bottiglia dal tipico colore tonaca di frate e schiuma fitta color nocciola. Naso orientato verso note caramellate e tostate: fave di cacao, prugne sotto spirito, caramella d’orzo, stecca di liquirizia, legno arso. All’assaggio è calda e corposa, mantenuta in perfetto equilibrio dalla generosa luppolatura. Chiusura asciutta, fruttata e tostata. Seducente con un cremoso al cacao, salsa all’amarena e infuso alla vaniglia oppure con un grande formaggio erborinato locale come il blu al Ramandolo di Pezzetta.
ORODORZO
Colore dorato intenso dai toni aranciati, schiuma abbondante e pannosa color avorio. Accattivanti profumi esotici e di frutta sciroppata, spezie dolci e biscotti al malto. In bocca è strutturata, corposa, inizialmente dolce ma in successione arrivano sapidità e freschezza. Finale lungo, secco e piacevolmente amaro. Connubio ideale con un tortino di sarde al finocchietto oppure con pasticceria secca da the.
Fermento birra
LIQUIDAMBRA
La Liquidambra si presenta con un bel color rame e con una schiuma bianca, fine e persistente. Sprigiona un ampio bouquet di profumi fruttati che richiamano dolcezze da pesca sciroppata, da agrume candito arricchito da sensazioni di frutta secca, vagamente vegetali, che possono ricordare il mallo di noce, in cui fa capolino anche una nota etilica appena accennata. Al palato si rivela ben costruita e sfaccettata: ad un ingresso piuttosto morbido, segue un duetto di amaro e note tostate, che chiude all’insegna di un godibile finale asciutto. Garlatti Costa ci presenta che rispecchia lo stile della casa, un crossover fra Belgio e America, con lievito e fermentazioni belghe ma freschezza e luppoli di stampo statunitense. Nella sua ricerca (riuscita!) di equilibrio ci sembra perfetta con i belgi dEUS di “The Ideal Crash”. Su un ceppo solido di indie statunitensi (le chitarre “soniche”, le linee melodiche fresche e leggere, una certa ruvidezza), inoculano archi, sintetizzatori, aperture melodiche eleganti, trovando in qualche modo una via garbata ed europea. Quello che stupisce, se ci passate il termine, è la straordinaria “visione di gioco” della band, che riesce a creare brani di cinque minuti pieni zeppi di suggestioni e sfaccettature sonore e stilistiche con una naturalezza disarmante, e tutto scorre fluido e naturale. C’è qualcosa di più affascinante? Buona degustazione.
FermentoBirra Magazine 13/14
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Fermento birra
LIQUIDAMBRA
La Liquidambra si presenta con un bel color rame e con una schiuma bianca, fine e persistente. Sprigiona un ampio bouquet di profumi fruttati che richiamano dolcezze da pesca sciroppata, da agrume candito arricchito da sensazioni di frutta secca, vagamente vegetali, che possono ricordare il mallo di noce, in cui fa capolino anche una nota etilica appena accennata. Al palato si rivela ben costruita e sfaccettata: ad un ingresso piuttosto morbido, segue un duetto di amaro e note tostate, che chiude all’insegna di un godibile finale asciutto. Garlatti Costa ci presenta che rispecchia lo stile della casa, un crossover fra Belgio e America, con lievito e fermentazioni belghe ma freschezza e luppoli di stampo statunitense. Nella sua ricerca (riuscita!) di equilibrio ci sembra perfetta con i belgi dEUS di “The Ideal Crash”. Su un ceppo solido di indie statunitensi (le chitarre “soniche”, le linee melodiche fresche e leggere, una certa ruvidezza), inoculano archi, sintetizzatori, aperture melodiche eleganti, trovando in qualche modo una via garbata ed europea. Quello che stupisce, se ci passate il termine, è la straordinaria “visione di gioco” della band, che riesce a creare brani di cinque minuti pieni zeppi di suggestioni e sfaccettature sonore e stilistiche con una naturalezza disarmante, e tutto scorre fluido e naturale. C’è qualcosa di più affascinante? Buona degustazione.
Confartigianato
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Confartigianato
Le antiche tradizioni birrarie, riproposte con passione artigianale.
Dalla Val d’Arzino aromi raffinati racchiusi in birre artigianali ad alta fermentazione.
La casa di famiglia dei nonni, nel cuore della Val d’Arzino in località Costa, è il suo laboratorio.
È qui che Severino Garlatti Costa miscela sapientemente acqua locale, materie prime selezionate, esperienza e… tanta passione!
Una combinazione di fattori che gli ha fatto guadagnare uno spazio importante nel panorama delle birre artigianali friulane.
“Ho iniziato a produrre birra a livello amatoriale a metà degli anni ’90 – ci spiega Severino. Una passione che ho poi approfondito nel tempo con il supporto del professor Buiatti dell’Università di Udine. Erano gli albori di quello che poi è diventato un vero e proprio fenomeno dei piccoli birrifici artigianali in Friuli”.
Severino inizia così a lavorare nel settore, come dipendente di un’azienda che distribuisce attrezzature e materie prime per la produzione di birra (attività che svolge tutt’ora). Una “palestra” che gli consente di mantenere viva la sua passione e di aumentare di giorno in giorno le competenze, oltre che i contatti con i vari produttori.
Nel 2012 decide di mettere a frutto la sua esperienza e, insieme alla moglie Sara, dà vita alla “Birra Garlatti Costa”.
“Il mio obiettivo – spiega Severino – è quello di proporre un prodotto artigianale ricco di aromi, capace di appagare il consumatore attento e consapevole, ma allo stesso tempo in grado di essere apprezzato anche dai non intenditori. La nostra è una produzione molto limitata che si aggira intorno ai cento ettolitri all’anno, ma che fa della sperimentazione e dell’utilizzo dei prodotti tipici della nostra terra un vero punto di forza”.
La curiosità di riscoprire antiche tradizioni birrarie ha portato l’azienda di Forgaria ad attingere alla grande scuola tedesca, inglese e soprattutto belga, per creare un suo particolare stile, orientato al gusto italiano per le cose buone.
Le birre Garlatti Costa sono tutte fermentate con lo stesso ceppo di lieviti in modo da dare all’intera linea una nota riconoscibile ed il loro filo conduttore sono l’alta fermentazione e la rifermentazione in bottiglia.
Il fatto di avere una dimensione piccola consente a Severino di seguire con attenzione ogni fase del processo produttivo e di sperimentare sempre nuove soluzioni. L’immagine del prodotto ben curata ed una serietà assoluta nei rapporti commerciali, fanno il resto. Di questo mastro birraio colpisce sicuramente la competenza; ma sono la passione e la professionalità che ne fanno un vero portavoce della categoria dei birrai artigiani friulani!
A voi ora il piacere di gustare le sue birre…
Udine Economia
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Un Leone in cucina
Udine Economia
A Forgaria. Una storia di coraggio imprenditoriale.
Dalla telefonia a mastro birraio.
Lo fa come secondo lavoro, “e non è una passeggiata” – perché l’impegno è forte e costante -, ma “non ci sono dubbi, ne vale proprio la pena”. Il riscontro, infatti, c’è, ed è in crescita progressiva.
Non per nulla Severino Garlatti Costa, titolare dell’omonimo, giovane (data di nascita, maggio 2012) birrificio, sta pensando di allargare il raggio d’azione.
L’avvio dell’esperienza è stato così soddisfacente che guardare avanti in termini di crescita appare quasi imperativo: “Per il momento l’attività si fonda sua una gestione familiare; non ho dipendenti, facciamo tutto noi di casa, a Forgaria.
Desidero però potenziare la mia “creatura”: il periodo è complicato, certo, ma quello della birra è un mercato che ha dimostrato di reggere bene. La richiesta è notevole e le mie ipotesi di prospettiva, così, si sviluppano di conseguenza…”.
Storia di coraggio imprenditoriale ma, prima ancora, di passione d’inventiva, quella di garlatti Costa, che per coronare il suo sogno non ha esitato – ormai diversi anni fa – a lasciare la sua prima occupazione, alla Telecom. “Ebbene sì… genere agli antipodi!”, dice divertito il mastro birraio.
“E’ partito tutto negli anni Novanta, quando decisi di iniziare a creare birra ad uso domestico, a livello amatoriale insomma. Mi resi conto, allora, che di informazioni di settore ce n’erano davvero pochissime… Del resto la diffusione del prodotto era decisamente inferiore a quella odierna.
Fatto sta che dovetti darmi da fare per cercare di saperne qualcosa. Dopo vari tentativi arrivai all’Università di Udine, al professor Stefano Buiatti per la precisione: fu lui a introdurmi ai segreti della birra, illustrandomi le varie tecniche di produzione. Spinto dall’interesse per l’argomento lo studiai così a fondo da diventare, modestamente, un esperto”.
A quel punto la svolta. “Lasciai il mio precedente impiego e ne trovai uno nuovo in una ditta leader nel campo dello smercio di materie prime per la realizzazione della birra. Vi lavoro a tutt’oggi, anche se ormai, faccio molto altro!”. Operare nel campo, infatti, a Garlatti Costa non bastava. “Volevo costruire qualcosa di mio, una realtà da gestire come meglio ritenevo.
Poco a poco maturai la decisione: ristrutturare la vecchia casa di famiglia, nel borgo di Costa (da cui, per inciso, deriva il mio cognome), e la trasformai in laboratorio. Mia moglie e gli altri familiari mi hanno aiutato in vari ambiti, ma a curare la produzione e, pure, la promozione e la commercializzazione sono io. Il bacino di vendita, allo stato, è rappresentato dal territorio prossimo al birrificio, e non solo perché l’azienda è di piccole dimensioni e il totale della produzione annua contenuto (10 mila bottiglie circa): tutto questo conta, logicamente, ma c’è pure un altro aspetto.
Mi piace, infatti, l’idea del rapporto diretto con la clientela, del contatto personale. Solo così, a mio avviso, si può far conoscere appieno le peculiarità del prodotto”. Che sono parecchie, ovviamente, “anche perché – sottolinea il titolare – a me piace cambiare, innovare”.
Restare fermi sempre sugli stessi standard non è linea operativa che corrisponde alla filosofia di Severino Garlatti Costa. “E’ bello variare, proporre alla clientela novità”. Di qui la linea “speciale”, che si affianca alla classica: “ E’ studiata per determinate ricorrenze: il Natale, per esempio, altre festività, il periodo estivo. Alle volte poi… arriva l’unicum. La proposta lanciata una volta sola”.
Curiosità: ispirazione belga.
Ce n’è per tutti i gusti. Le classiche (Opalita, Lupus, Liquidambra, Orzobruno), la linea speciale (Orodorzo, Rudolph, Lunatica, Dolcevita, Rubens): “timbri” marcati – la birra natalizia, per esempio, è molto alcolica, 10 gradi -, o leggeri, o “armonici”.
A ognuno il suo genere, insomma. La filosofia è questa. Con uno, anzi, con due leit-motiv, però.
Primo: “La tecnica. Ci ispiriamo – spiega Severino Garlatti Costa – alla tradizione belga, pur reinterpretata. Le nostre sono tutte birre ad alta fermentazione, con rifermentazione in bottiglia”.
Secondo: “Sono pensate, cosa piuttosto inusuale, per l’abbinamento con i cibi. Non per nulla sull’etichetta si trovano elencate le pietanze cui lo specifico prodotto si sposa bene”.
Qualcosa che richiama il mondo del vino, insomma. “Sì – ammette il titolare dell’azienda -, la tradizione di questa terra, evidentemente, ha il suo peso… E l’utenza apprezza. Fra i miei clienti annovero diversi ristoratori: l’indicazione è stata pensata anche in funzione di un tanto”.
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